San Siro accoglie il Milan e l’Hellas Verona in un pomeriggio segnato dal maltempo. Un violento nubifragio, con tanto di grandinata abbattutasi su Milano, costringe il direttore di gara Fabio Maresca e i capitani a un sopralluogo che fa slittare il calcio d’inizio di venticinque minuti. Prima della battaglia sportiva, lo stadio si stringe in un doveroso minuto di silenzio per onorare la memoria del Presidente Giorgio Napolitano e della leggenda rossonera Giovanni Lodetti. Per la squadra di Stefano Pioli, reduce dalla pesante sconfitta nel derby, l’imperativo è uno solo: reagire. E la risposta arriva, portando i rossoneri a quota 12 punti in classifica, agganciando provvisoriamente la vetta in attesa delle rivali.
Il lampo del capitano e la solidità di Sportiello
La scelta di Pioli di affidare la fascia da capitano a Rafael Leão paga dividendi immediati. Al minuto 8, il portoghese illumina la scena: servito da Giroud, Leão si conferma immarcabile in velocità, penetra la difesa gialloblù e con un mancino chirurgico spiazza Montipò. È il terzo gol consecutivo per il numero 10, che indirizza subito il match sui binari giusti. Il Verona, tuttavia, non resta a guardare e prova a rovinare la festa ai padroni di casa. Serve un superlativo Sportiello per negare il pareggio agli scaligeri, in particolare su un colpo di testa ravvicinato di Folorunsho che sembrava destinato in fondo al sacco.
La gestione della ripresa e le occasioni mancate
Il secondo tempo vede un Milan che prova a chiudere i conti e un Verona che, pur volenteroso, sbatte contro il muro rossonero. La girandola dei cambi ridisegna gli assetti: Pioli inserisce forze fresche come Jovic, Okafor e Musah. Proprio l’americano ex Valencia si rende protagonista di una cavalcata di trenta metri palla al piede, ma il suo tentativo viene neutralizzato da un attento Montipò, decisivo anche su Pulisic nel tenere a galla i suoi fino all’ultimo. Non mancano le note di nervosismo, con le ammonizioni per Musah, Pulisic e per lo stesso Pioli, ma al triplice fischio è 1-0. Il Milan incassa tre punti fondamentali prima del turno infrasettimanale contro il Cagliari, mentre il Verona torna a casa a mani vuote nonostante una prova coraggiosa.
Le pagelle e l’analisi delle prestazioni individuali
Analizzando nel dettaglio le prestazioni dei singoli, emergono luci e ombre che vanno oltre il risultato odierno, evidenziando lo stato di forma della rosa in questo ciclo di partite.
Tra i pali, Maignan (6.5) conferma la sua affidabilità con interventi pregevoli nel primo tempo e una grande parata su Noslin nella ripresa, sebbene appaia abbandonato dalla retroguardia in occasione del gol di Zaccagni, dove le marcature sui calci piazzati sono saltate completamente. In difesa, Tomori (6) offre una prova solida, gestendo bene i momenti critici nonostante qualche sbavatura. Discorso diverso per De Winter (5), autore di una prestazione insufficiente costellata di errori e di una marcatura troppo blanda sull’azione del gol avversario. Pavlovic (6) strappa la sufficienza: rimedia un giallo inevitabile in avvio non per colpa sua, ma mantiene una discreta solidità difensiva e mostra buone cose in fase di possesso.
A centrocampo, Saelemaekers (5.5) appare opaco, impreciso nei passaggi e poco creativo, giustificando la sostituzione. Anche Ricci (5.5) spreca l’occasione di mettersi in mostra, risultando troppo timido in fase di impostazione, mentre Jashari (6) garantisce ordine, vincendo duelli e sfiorando un assist geniale per Leão. Rabiot (6) fa il suo dovere con inserimenti e progressioni palla al piede, pur senza brillare eccessivamente. Sulle fasce, Estupinan (6) riscatta un errore iniziale con una prova propositiva, offrendo palloni invitanti non sfruttati dai compagni, mentre Loftus-Cheek (5.5) non riesce a far valere la sua fisicità, fallendo due buone occasioni di testa.
In attacco, il giudizio su Leão (5.5) in questa specifica analisi è agrodolce: pur aprendo spazi e lavorando bene sui lanci lunghi, pesa sul suo voto un errore sotto porta che un giocatore del suo calibro dovrebbe convertire in rete. Dalla panchina, l’impatto è stato misto: Nkunku (5) non riesce a incidere nella mezz’ora a disposizione, ripetendo un copione già visto, mentre Pulisic (6) porta vivacità nel finale impegnando il portiere. Infine, l’ingresso di Modric (5.5) non sposta gli equilibri in una situazione di gioco complicata.