La convocazione in Nazionale un anno dopo gli scontri personali ha riacceso i riflettori su Nicolò Zaniolo e Mattia Zaccagni. Un rapporto complesso, nato da intrecci sentimentali e culminato in sfottò pubblici, che ha lasciato un’eredità di tensione palpabile, soprattutto nel rapporto tra Zaniolo e lo Stadio Olimpico, la sua ex casa. Ripercorriamo la cronaca di un rapporto mai sereno.
Un Triangolo Amoroso al Centro della Vicenda
Per comprendere l’origine dell’astio, bisogna tornare al 2021. Chiara Nasti, nota influencer da milioni di follower, intraprende una breve ma mediatica relazione con Nicolò Zaniolo, all’epoca fermo per il secondo grave infortunio al ginocchio. Archiviata la storia con il fantasista, verso la fine dello stesso anno, la Nasti ufficializza il suo legame con Mattia Zaccagni, allora alla sua prima stagione con la maglia della Lazio. La loro relazione si consolida rapidamente: nell’aprile del 2022 annunciano di aspettare un figlio, festeggiando con un sfarzoso “gender reveal party” proprio allo Stadio Olimpico. Il 16 novembre nasce il piccolo Thiago, e la coppia ha poi suggellato il proprio amore con il matrimonio, celebrato il 20 giugno successivo.
Lo Sfottò dopo la Vittoria in Conference League
La scintilla che ha innescato la polemica pubblica è scoccata il 26 maggio 2022. Durante i festeggiamenti per la storica vittoria della Roma in Conference League, Zaniolo, trascinato dall’entusiasmo della folla, partecipa a un coro da stadio offensivo: “Il figlio di Zaccagni è di Zaniolo”. Il gesto non passa inosservato: la Procura della FIGC apre un’indagine che si conclude con una multa di 8.000 euro per il giocatore. La reazione della coppia Zaccagni-Nasti è immediata. Provocata sui social, l’influencer risponde a un commento con una frase velenosa: “Con quel gamberetto non si sa come abbia già avuto un figlio”, scatenando un polverone mediatico e accuse di body shaming, dalle quali si è difesa parlando di una reazione istintiva a offese ben più gravi.
La Tensione a Coverciano e la Pace Apparente
Pochi giorni dopo, il destino vuole che i due calciatori si ritrovino faccia a faccia nel ritiro della Nazionale a Coverciano, convocati dal CT Roberto Mancini per gli impegni di Nations League. La convivenza forzata dura appena 24 ore. Zaniolo lascia il ritiro a causa di una microfrattura alla caviglia. Poche ore dopo, anche Zaccagni e il compagno di squadra Lazzari decidono di abbandonare il ritiro, lamentando problemi fisici che, secondo i medici, non avrebbero impedito un loro recupero in tempi brevi. Nonostante la tensione palpabile, secondo indiscrezioni riportate all’epoca, i due avrebbero avuto un breve confronto per chiarire l’accaduto, un tentativo di pace che, tuttavia, non ha mai sanato del tutto la frattura.
Un Rapporto Mai Sanato con l’Olimpico
Le conseguenze di quella vicenda hanno continuato a perseguitare Zaniolo, in particolare nel suo rapporto con il pubblico romanista e lo Stadio Olimpico. La sua relazione con l’ambiente giallorosso si è deteriorata, portandolo infine a trasferirsi al Galatasaray e, successivamente, a tornare in Serie A. Ogni suo ritorno da avversario è stato segnato da un’accoglienza ostile. Già nel dicembre 2024, con la maglia dell’Atalanta, era stato ammonito per un’esultanza polemica dopo un gol segnato proprio alla Roma. Più di recente, tornato all’Olimpico con la Fiorentina, è stato bersagliato di fischi a ogni tocco di palla. La sua frustrazione è esplosa al fischio finale: nonostante fosse già stato sostituito, si è diretto verso l’arbitro Daniele Chiffi protestando platealmente, un gesto che gli è costato un’espulsione diretta e ha confermato quanto le scorie del passato siano ancora vive e presenti.