Carlos Alcaraz è a un solo passo dal chiudere l’anno al vertice del ranking mondiale per la seconda volta in carriera. Martedì, alle ATP Finals, lo spagnolo ha ottenuto una vittoria fondamentale superando in rimonta Taylor Fritz, mentre l’assenza di Novak Djokovic dal torneo accende le discussioni sulla longevità della sua carriera.

La rimonta su Fritz tra dolore e occasioni mancate

La partita contro Taylor Fritz è stata tutt’altro che semplice per Alcaraz, che si è imposto con il punteggio di 6-7 (2), 7-5, 6-3. L’americano ha servito con efficacia, mettendo a segno 14 ace, e ha avuto diverse opportunità per chiudere l’incontro, specialmente nel secondo set. “La mia occasione per vincere quella partita era nel secondo set, e non l’ho colta”, ha ammesso Fritz a fine gara. “Non sono stato abbastanza lucido nel chiudere alcuni punti davvero importanti”.

Oltre alle occasioni sprecate, Fritz ha dovuto combattere contro un dolore fisico. Nel corso del terzo set, si è riacutizzata la tendinite al ginocchio che lo affligge da tutto l’anno. “Il mio ginocchio è completamente andato”, ha dichiarato senza mezzi termini. “Faccio fatica a giocare giorni consecutivi senza che si infiammi… Ho iniziato a sentirlo verso la fine del primo set, ma non mi ha condizionato fino al terzo”.

Alcaraz, autore di 47 colpi vincenti contro i 38 dell’avversario, ha saputo soffrire. “È stato un match davvero difficile, molto impegnativo fisicamente”, ha commentato lo spagnolo. “Sono davvero orgoglioso di aver salvato momenti difficili e importanti durante l’incontro”.

La corsa al primato di fine anno

Con questa vittoria, la seconda nel torneo, Alcaraz non solo si è assicurato un posto in semifinale, ma vede anche avvicinarsi l’obiettivo del primato. Per avere la certezza matematica di chiudere l’anno da numero 1, gli basterà vincere il suo ultimo match del girone contro Lorenzo Musetti, oppure imporsi nella successiva semifinale. “Cerco di non pensarci, onestamente”, ha detto Alcaraz. “Ma è davvero difficile non pensare al primo posto”.

La partita, però, non è ancora chiusa. Se Alcaraz non dovesse vincere altri match e, contemporaneamente, Jannik Sinner (che guida l’altro girone) riuscisse a difendere il titolo vincendo il torneo da imbattuto, sarebbe l’italiano a conquistare la vetta. Alcaraz guida ora il “Jimmy Connors group” (2-0), seguito da Fritz e Musetti (1-1).

L’assenza di Djokovic e l’ipotesi 2028

Proprio Lorenzo Musetti sta giocando queste Finals come sostituto. L’italiano è subentrato a Novak Djokovic, costretto al ritiro prima del torneo a causa di un infortunio alla spalla. Sebbene assente a Torino, il serbo rimane al centro del dibattito tennistico, soprattutto riguardo al suo futuro.

Di recente, l’ex numero uno del mondo Andy Roddick, campione degli US Open 2003 e ultimo tennista americano ad aver vinto uno Slam in singolare maschile, ha discusso della longevità di Djokovic nel suo podcast ‘Served’. Al centro delle speculazioni c’è la possibilità che il serbo possa continuare a giocare fino alle Olimpiadi del 2028, quando avrebbe 41 anni.

In pochi scommetterebbero contro questa ipotesi. Dopotutto, Djokovic è uno degli atleti con la migliore preparazione fisica nella storia del tennis e detiene già il record di 428 settimane in cima al ranking. Un fattore motivazionale chiave potrebbe essere la caccia al 25° titolo del Grande Slam, che gli permetterebbe di staccare definitivamente Margaret Court (ferma a 24). Se decidesse di puntare a quel traguardo e di estendere la sua carriera fino al 2028, non farebbe che illuminare ulteriormente la sua grandezza.