
19 apr Feticci Rock – Puntata 6 – Leopard Print
Lou Reed nel 1972 cantava con quella sua voce da cantastorie “Take a walk on the wild side”, un resoconto delle vite fuorvianti dei frequentatori della Factory. Il wild side del rock è sempre stato un elemento fondamentale per gli artisti, poichè il rock è – per sua stessa natura – quanto di più selvaggio la musica preveda. E cosa c’è di più selvaggio del leopardato? Una stampa un tempo riservata a signore chic, pellicce e borse, diventò una delle classiche espressioni del rock’n’roll.
Tra le sgallettate che frequentavano la Factory c’era una certa Edie Sedgwick, che scivolava per New York avvolta in cappotti leopardati. Anche se Edie non è stata proprio una musicista, la vicinanza del circolo di Warhol al mondo rock (vedi The Velvet Underground) contribuì a consacrare la leopard print nell’immaginario collettivo.
Il massiccio ritorno del leopardato lo abbiamo alla fine degli anni ’70 con il punk rock. La storia della coppia Vicious-Spungen fu segnata dalla droga e dal look eccentrico. Seguì l’esempio tutto il parentado dei Sex Pistols e della grande famiglia punk.
L’onda leopardata continuò per tutto il resto degli anni ’80, ed esplose in modo incontrollato con il coloratissimo glam rock. Al tripudio di lustrini, pelle, pitone e piume si aggiunse la stampa leopard.
Dagli anni ’50 a questa parte, il leopardo domina le scene e le passerelle. Perchè, dopotutto, signore chic e no, tutti abbiamo un wild side dentro di noi. Sta a voi tirarlo fuori. Roar.